Vlad Dracul – Racconto di Anna Grieco

PREFAZIONE

di Filomena Cecere.

Come tutti sanno la figura leggendaria del Vampiro, nell’inquietante forma che noi conosciamo, è stata ideata dal medico John William Polidori nel 1816, nella notte in cui Lord Byron invitò alcuni amici a Villa Diodati e li sfidò a creare il più bel racconto di paura. La scommessa fu vinta da Mary Wollstonecraft Godwin con il suo celebre Frankenstein e dallo stesso Polidori, che da un frammento di una storia di Byron, quella notte scrisse il racconto Il Vampiro, pubblicato nel 1819. Il suo più grande pregio fu quello di trasformare la figura folkloristica del Vampiro nel Non-morto aristocratico e sensuale che ancora oggi apprezziamo.

Nel 1897 poi l’irlandese Bram Stoker riprese il mito del Vampiro e, ispirandosi al noto personaggio storico Vlad III Principe di Valacchia, creò Dracula il più meraviglioso di tutti i romanzi gotici, portando al successo il personaggio oscuro, emblema di eleganza ed erotismo.

Oggi i Vampiri stanno subendo un’ulteriore trasformazione: brillano alla luce del sole come nella nota saga di Twilight o si integrano nella società come nei romanzi Il diario del vampiro. Ibridi che snaturano l’essenza classica e mistica di un archetipo perfetto.

Per chi come me ama il mito antico del Vampiro ecco un inedito racconto dalle forti tinte fosche che ne tracciano la genesi, l’origine.

Vlad Dracul di Anna Grieco è una storia che conosciamo, ma l’autrice svela l’intimità di un attimo. Il passaggio dalla vita ad una morte senza pace. L’attimo in cui il Conte Vlad, perfido impalatore, spira per svegliare nuovi sensi, più sanguinari e nefandi di quanto non lo fossero mai stati.

Un linguaggio deciso e ombroso. Una narrazione viscerale e coinvolgente.

Auguro a tutti una buona lettura, affinché la quintessenza del fantastico possa risvegliare in voi istinti sopiti.

VLAD DRACUL

di Anna Grieco.

Il suo nome l’avevano odiato, temuto e venerato. Per i suoi compatrioti era stato un eroe, per i suoi nemici una maledizione, e per se stesso una sfida. Si, perché era stato l’unico temerario ad aver sfidato la morte e ad aver trionfato su di essa, stringendo un patto con Lucifero in persona. Il sovrano dell’inferno temeva di perdere la corona una volta che lui avesse varcato le soglie del suo impero, così aveva fatto in modo che ciò non accadesse, ma a lui stava bene così, almeno per il momento. Aveva un’eternità davanti adesso, e ciò che aveva compiuto sino ad allora sarebbe stato nulla a confronto di ciò che stava per avvenire.

Per consolidare il suo potere si era macchiato di atroci crimini, consapevolmente e indifferente alle urla di agonia

delle sue vittime, e mentre i corpi martoriati di centinaia di migliaia tra uomini, donne e persino bambini, venivano trafitti, guadagnandosi il titolo di “Impalatore”. Beandosi di quello scenario di morte aveva banchettato, osservando quegli insulsi esseri che avevano osato contrariarlo, o rei unicamente di esistere, morire lentamente o contorcersi sugli aguzzi pali per accelerare la loro dipartita, ormai oltre ogni limite di follia e dolore.

Lui era il principe di Valacchia, Vlad Dracul, colui che, solo, aveva sconfitto i turchi invasori in innumerevoli battaglie, ma due giorni orsono la mano mortale del suo nemico era riuscito a raggiungerlo, dove mai avrebbe potuto immaginare che potesse accadere.

Era stato tradito da alcuni dei suoi stessi soldati, quei boiardi che aveva creduto fedeli fino a quando non gli si erano rivoltati contro, come delle serpi covate in seno.

L’avevano sorpreso su quell’altura maledetta, e in dieci gli avevano inferto il colpo mortale, credendo che il triste sudario della morte avrebbe annientato una volta per tutte la sua memoria. Stolti! La sua scomparsa era solo momentanea: era appena all’inizio di una nuova esistenza, ma questo naturalmente loro non potevano saperlo.

Tre lune! Aveva detto Lucifero, poi sarebbe resuscitato dalla morte con poteri inimmaginabili, quelli che gli erano stati promessi quando aveva accettato l’accordo con l’angelo caduto.

Vlad già avvertiva il cambiamento in sé, il sangue si era tramutato in ghiaccio nelle vene, e il suo corpo era divenuto duro e compatto, come il granito che avrebbe dovuto rivestire la sua tomba.

Le sue spoglie mortali avrebbero dovuto riposare nel cimitero di Snagov, nel monastero che sorgeva su una piccola isola sul lago omonimo: questa era stata la sua volontà, ma invece si era trattato di uno specchietto per le allodole servito a mascherare l’inganno perpetrato nei confronti dei suoi sudditi, perché in gran segreto aveva preso accordi affinché il suo corpo fosse tumulato altrove.

Aveva organizzato tutto sin nei minimi dettagli: era stato seppellito in territorio sconsacrato, in una semplice buca scavata nella nuda terra. L’unico ornamento di quel sepolcro erano degli alberi scheletrici e i vermi che facevano da sentinelle, aspettando invano di poter banchettare con le sue carni putrescenti.

Alexandru stava vegliando il suo sonno; il capitano del suo esercito era l’unico uomo del quale si fidasse ciecamente e ciò non aveva nulla a che vedere con la promessa della vita eterna di cui l’aveva fatto partecipe, gli aveva dimostrato in più di un occasione quale onore fosse per lui poter servire il suo principe, ed era per tale motivo che l’aveva scelto.

Vlad aprì gli occhi. Buio impenetrabile davanti a sé, ma era normale. I suoi sensi amplificati erano all’erta: poteva udire il ticchettio della pioggia cadere sulla terra tre metri sopra la sua testa, e il cupo lamento di un lupo risuonò nella notte emettendo il suo lugubre richiamo di morte, seguito dal fragore di un tuono.

Tastò le pareti intorno a sé, misere tavole di legno racchiudevano un angusto spazio, mentre l’odore di terra bagnata permeava le narici particolarmente sensibili.

Si inumidì le labbra screpolate, secche, poi passò un dito sulle gengive sensibili, avvertendo subito qualcosa di insolito: adesso due canini allungati e appuntiti gli spuntavano dalla bocca, e la sua gola ardeva come fuoco, domandando di essere placata.

Era giunto il momento ormai, il cambiamento era completo e lui poteva nascere a nuova vita.

Vlad distese le braccia, e con un unico fluido movimento spinse le palme verso l’alto, disintegrando letteralmente le assi che inchiodavano saldamente la sua bara. Dopo scavò nella terra con le unghie, fino ad aprirsi un varco, infine emerse dalla buca proprio mentre una folgore illuminava a giorno la radura nascosta nel folto della foresta romena, rivelando la sua pallida figura, bagnata dalla pioggia insistente.

“Mio principe!” fu l’esclamazione di Alexandru quando raggiunse il suo signore, e lesto si inginocchiò al suo cospetto, chinando il capo in segno di sottomissione.

“Mio fedele amico, hai svolto bene il tuo compito, e io manterrò la promessa che ti ho fatto!” esordì con la sua voce autoritaria prima di aiutarlo a rialzarsi. “Tuttavia la mia vendetta ha la priorità: ucciderò quei figli di cagna che hanno osato levare le loro empie spade su di me!” dichiarò con un feroce sibilo che fece accapponare la pelle del soldato, seppure sul campo di battaglia avesse avuto modo di sperimentare le più crudeli efferatezze.

“Come il mio signore desidera …”, annuì il capitano con deferenza, “ma come farete a raggiungerli? Ormai avranno varcato il confine!”

“La distanza non riuscirà a salvarli dalla mia ira, sta’ sicuro! L’oscurità sarà il mio mantello d’ora in avanti, e il sangue dei nemici il mio sostentamento! Tutti si prostreranno davanti a me, e il mio nome diverrà leggenda! Io sono Vlad Dracul!!!” disse, e le sue parole furono accompagnate da un cupo clangore. Dopo, semplicemente, non c’era più, aveva allargato le pieghe del manto che gli ricopriva le spalle ed era svanito nell’aria, lasciandosi dietro un presagio di morte.

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Anna Grieco, 38 anni, è moglie e madre di 4 splendidi bambini. Scrive da quando era ragazzina. Nata a Barletta il 16 Ottobre del 1972, ha da poco pubblicato il suo primo romanzo dal titolo Amore al di là del tempo con la casa editrice Linee Infinite Edizioni.

Ha scritto diversi racconti per alcune antologie tra cui Quando la noia uccide, pubblicato nell’antologia “365 Storie Cattive” e il Cielo in una stronza, nell’antologia omonima. Prossimamente uscirà un tascabile, edito da GDS Edizioni, Lacrime di sangue per la collana Il cigno.

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