Torpedo 1936

di Fabio Mundadori.

Cosa succederebbe se Callaghan fosse un killer nell’ America degli anni 30? E se fosse anche talmente scarso da non riuscire nemmeno nel delitto imperfetto? E’ quello che deve essersi chiesto Sànchez Abulì quando per la rivista horror spagnola Creepy crea il gangster più scalcinato e sgrammaticato della storia del fumetto meglio noto come Torpedo al secolo Luca Torelli. Il cognome ne certifica la nascita italiana mentre l’infanzia difficile all’ ombra di Vittorio Torelli, padre ubriacone, ne segna la carriera da canaglia. Non a caso, da vero bambino prodigio, muove il primo passo nel mondo del crimine proprio assassinando il genitore. Nonostante questi ottimi presupposti ed il promettente cognome della madre, Petrosino, Luca Torelli resterà sempre un tirapiedi, una mezza calzetta. Ma questo non gli impedirà di vivere le proprie avventure comparendo sulle pagine delle riviste di fumetto più prestigiose in tutto il mondo.

Il colpo di genio di Abulì è proprio quello di affidare il ruolo di protagonista a chi nello schema classico dell’ avventura a fumetti appare normalmente nella veste di comparsa.

In Torpedo 1936, titolo completo della serie, Abulì pesca a piene mani nelle atmosfere e negli stilemi dell’Hard Boiled americano riuscendo a mantenere una propria indiscutibile originalità. Grazie anche alla sottile ironia ed al caustico cinismo che sprigiona dalla sua penna, l’autore confeziona situazioni decisamente innovative se paragonate ad esempio agli scenari del capolavoro di Frank Miller, Sin City, il quale parte da presupposti simili.

La prima storia del Febbraio 1982 è affidata al tratto classico e pulito, quasi Eisneriano, del grande disegnatore americano Alex Toth il quale mostra però fin d

a subito uno scarso feeling con il personaggio abbandonandolo dopo la seconda uscita. A proposito di questo repentino abbandono Abulì ebbe a dire in seguito “Il problema con Toth è stato quello di non esserci capiti. Lui voleva disegnare la vita di un gangster molto buono e io volevo raccontare la vita di un gangster molto cattivo”. Per lo spagnolo Jordi Bernet, chiamato a colmare il forfait dello statunitense, è invece amore a prima vista. Nelle sue mani Torpedo si appropria delle sembianze di Clint Eastwood ed alterna con una naturalezza disarmante la canottiera al doppiopetto, compiendo ogni genere di azione con una sigaretta da duro perennemente incollata alle labbra. Il tutto, ovviamente, in compagnia dell’ onnipresente automatica.

Il Torpedo di Abulì-Bernet non sa cosa sia la suspense, non aspetta a sparare: spara. Non pensa a come colpire, l’ha già fatto. In ogni storia, situazioni forti e linguaggio non certo da educanda, evocati dalla voce narrante di Luca Torelli, sembrano voler gareggiare con il tratto sporco di Bernet nella capacità di graffiare l’immaginazione del lettore.

Accompagna Luca Torelli, nelle scorribande lungo le strade di una New York nel pieno della Grande Depressione, Rascal complice, spalla ed incredibilmente ancora più inetto ed idiota

Torpedo nel 1986, dopo un crescendo inarrestabile di gradimento e consensi da parte del pubblico di molti paesi del mondo, si aggiudica il prestigioso premio Angoulême per il miglior fumetto internazionale restando, ad oggi, forse il miglior esempio di connubio tra fumetto e noir.

L’IDENTIKIT

Nome: Luca
Cognome: Torelli
Alias: Torpedo
Nato a: località ignota – Sicilia
Il: data ignota
Padre: Vittorio Torelli
Madre: Luciana Petrosino
Territorio di competenza: New York
Attività: Pestaggi, omicidi, estorsioni e rapine
Passatempi: donne
Vizi: donne
Compagnie preferite: (nell’ ordine) “il ferro”, le donne e Rascal (quell’ idiota del suo amico)
Frase tipo: «Sono un po’ duro d’orecchi… Un tipo sordido come si dice»
CARRIERA ARTISITICA
Autore: Enrique Sànchez Abulì (Palau del vidre 20/2/1945)
Disegnatori: Alex Toth (New York 25/06/1928 – 27/05/2006 ), dalla terza storia Jordi Bernet (Barcellona 14/06/1944)
Prima apparizione: Febbraio 1982 sul n° 32 di Creepy

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