di Fabio Mundadori
Inaugurare una nuova rubrica è sempre un’emozione, sopratutto se ci si trova per la prima volta in un ruolo nuovo, nel mio caso quello dell’intervistatore.
Se poi destinataria dell’ intervista è una delle tue autrici preferite e si chiama Barbara Baraldi, bhe che altro chiedere per cominciare alla grande?
Ciao Barbara, giusto il tempo di ringraziarti per la tua disponibilità e si comincia!
Della serie chi la fa l’aspetti, non posso che iniziare con la domanda di rito: Chi è Barbara Baraldi quando non scrive?
Una ragazza come tante, credo, con un’insaziabile passione per la lettura e il cinema.
A dispetto della tua duttilità creativa si tende a inquadrarti come scrittrice di gialli/noir/racconti gotici. Quanto ti riconosci in quest’ultimo aggettivo che riporta a storie e atmosfere dalle connotazioni ben precise?
Considerando che il primo libro che ho comprato da ragazzina coi miei soldi era una raccolta di racconti di Edgar Allan Poe, l’aggettivo “gotico” non mi dispiace affatto. Allo stesso tempo, quando scrivo, cerco di non condizionare in nessun modo la trama, e io stessa sono appassionata di generi di lettura molto diversi. Lascio che ad affibbiare a un romanzo un’etichetta sia l’editore, a seconda dello scaffale dove vuole che il libro compaia.
Restando in tema di “generi” quanta libertà ti hanno lasciato gli editori con i quali hai lavorato d’interpretare di volta in volta il genere che meglio si adattava a un certo romanzo? Ma soprattutto , secondo te, è ancora “corretto” parlare di generi in un panorama narrativo così contaminato come quello oggi a disposizione dei lettori?
Credo che parlare di generi sia oggi più che mai corretto, al punto che le librerie, soprattutto quelle on-line, si stanno affollando di “sotto-generi”. La distinzione penso sia necessaria sia per i librai che per il lettore che desideri acquistare un romanzo che rispecchi i suoi gusti.
I tuoi personaggi principali sono sempre perfettamente caratterizzati e riconoscibili. Ma se dovessi assegnare “l’oscar per il miglior personaggio NON protagonista” di tutti i tuoi romanzi, nelle mani di chi andrebbe la statuetta?
Non potrei mai farlo. Sono affezionata a tutti i miei personaggi e a ciò che rappresentano, o hanno rappresentato, nel momento in cui sono stata con loro.
La terra dove sei nata e i luoghi della tua vita emergono sempre dalle pagine delle tue storie , siano esse racconti o romanzi. Questo doppio filo che lega territorio e racconto richiama lo stesso ordito tipico delle fiabe e delle leggende , cosa ci puoi dire in proposito?
Sono appassionata di fiabe e curiosa ricercatrice delle tradizioni meno note del nostro Paese. Mi piace parlare della realtà che mi circonda, anche quando la trama poggia le basi sul fantastico. A un certo punto, mi è venuto spontaneo mettere insieme le cose.
Hai pubblicato da poco con Todaro Editore il volume Fiori Neri, un inedito mix tra fotografia e racconto, acquistabile solo sul sito dell’editore. Puoi parlarci della genesi di questa iniziativa?
Quando mi ha chiamato l’editore per propormi il progetto, da appassionata di fotografia sono stata subito entusiasta. E trovo che le foto di Gianluca Bucci si sposino perfettamente con le atmosfere del racconto.
In generale la tua passione per la fotografia come influenza, se lo influenza, il tuo modo di raccontare?
Quando scrivo procedo a visioni. Per me è essenziale poter visualizzare in qualche modo ciò che sto descrivendo. E a volte una foto vista in una mostra o in una rivista mi suggerisce l’atmosfera giusta.
Qui serve una risposta “di getto”, se ti chiedo di pensare al libro che hai letto e che ti è piaciuto di più, qual è il primo che ti viene in mente e perché?
A istinto, il primo titolo che mi viene in mente è “Narciso e Boccadoro” di Herman Hesse.
Relativamente al panorama editoriale italiano, pensi che attualmente esistano più bravi scrittori o più bravi uomini di marketing? …..Puoi anche non rispondere
Entrambe le cose richiedono una certa professionalità. E finora ho avuto la fortuna di collaborare con ottimi professionisti, anche nelle piccole case editrici.
Non può mancare la domanda sui progetti futuri. Hai di recente annunciato l’uscita del secondo volume della serie iniziata con Scarlett. C’è qualcosa d’altro all’orizzonte che puoi anticipare?
Prima del secondo “Scarlett” con Mondadori, uscirà ad aprile per Castelvecchi “La bambola dagli occhi di cristallo”, la versione italiana per la libreria del romanzo che mi ha fatto conoscere in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
A presto Barbara e grazie ancora.